mercoledì 8 ottobre 2014

LA CONFIDENTE


E' semplice rigettarle tutto addosso, è forse l'unica che possa comprendere gli sfoghi di quell'ufficio.
Quell'ufficio che all'occasione è confessionale, sfogo segreto delle apatie casalinghe, di ingorghi sentimentali dall'esito incerto.



Ed allora vitale diventa individuare chi è disposto a farsi carico delle insensibilità altrui, dei disagi, dei nervi a fior di pelle.

Quanti pianti, quante ammissioni sommesse, sfoghi e insulti anche.

E lei paziente, ad ascoltare tutto e tutti, con una parola sempre pronta, a volte più decisa, marcata, altre quasi sfumata, indecifrabile, ma sempre tesa a stemperare, magari ripetendo mille volte lo stesso concetto, fino a farlo diventare una copia sbiadita, davanti alla nostra cieca cocciutaggine.
Il lavoro come Grande Fratello che assorbe e rigenera, o calpesta, anche, quel minuscolo residuo d'umanità che indossi ogni santa mattina che Dio manda in terra.
Ma lei è là, ogni santa mattina, china al suo posto, con una parola per tutti, e ad ognuno restituisce ciò che ognuno vuole ascoltare, esattamente ciò che si desidera venga reso, con garbo e precisione, ingrandendo concetti invisibili o rimpicciolendo le ansie sottoposte.

Un meccanismo che s'inceppa raramente.

Probabilmente questo è il trucco, adattarsi all'interlocutore, non spiazzarlo mai, lasciarlo in sospeso con le sue sventure irrisolvibili o le sue incontrovertibili certezze, guai ad adagiarsi sulle presunte soddisfazioni lavorative: esistono davvero o sono una cortina fumogena per attraversare il guado che reca a fine turno?
Il Lavoro catalizza intere esistenze lasciando briciole di vita residua che spesso gestiamo in affanno.

Ma tutto questo alla nostra fotocopiatrice, non interessa.



Lei macina e rimugina, mentre noi le parliamo, inconsci, e certi di non essere contraddetti. Mai.

Il mobbing non la inquieta, nessun richiamo dal Personale, neanche una richiesta di aumento di stipendio, mai una malattia seria.


Giusto qualche periodico, fugace, esaurimento: carta.

34 commenti:

  1. Davvero divertente, devo ammetterlo!
    Arrivato alla fotocopiatrice sono scoppiato a ridere Mi ero immaginato chissà quale timida collega, che metteva a servizio degli altri la sua discrezione...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie! Mi piace prendere in contropiede il lettore. Del resto è una sensazione che intriga anche me leggere e farsi un altro film... ;)

      Elimina
  2. Ecco quello che definirei un "articolo a sorpresa", che inizia in un modo, cattura l'attenzione, parlando di problemi comuni, direi universali, e poi propone di colpo un interlocutore improbabile, la fotocopiatrice!
    Devo dire che non è facile, un trafiletto così richiede del talento.
    Ciao Franco, buona giornata... assieme alla tua singolare confidente ^__*

    RispondiElimina
    Risposte
    1. .. che poi, tanto improbabile non è.. quante volte mi ha sentito imprecare e sfogarmi contro le più svariate angherie d'ufficio.. eheh..

      Elimina
  3. Fantastico, il tuo mondo visto da una fotocopiatrice.
    E dire che mi stavo preoccupando alle prime righe...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. .. i punti di vista alternativi sono pane per scrittori e fotografi (presunti.. )

      Elimina
  4. È così difficile trovare persone che sappiano adattarsi all'interlocutore... Per fortuna c'è lei! :-D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. .. anche se quando mi si inceppa le torcerei il collo! (a trovarlo... )

      Elimina
  5. Ero indeciso se fosse la macchina del caffè o la fotocopiatrice, ma in ogni caso avrei capito benissimo. Nel mio stage, la stanza della fotocopiatrice era un vero confessionale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho avuto la stessa sensazione e la stessa indecisione, mi son detta: o è la fotocopiatrice o la macchina del caffè. :)

      Elimina
  6. .. mi hai fatto pensare a CameraCafè.. un must per me! ;)

    RispondiElimina
  7. Un finale a sorpresa dei più geniali. E in fondo ho conosciuto anche gente che della propria fotocopiatrice era gelosa come un fidanzato possessivo. Ricordo negli uffici della mia caserma ai tempi della naia un maresciallo (che chiamavamo "il tafano") che aveva fatto mettere un contacopie per scongiurare il pericolo che la si usasse anche una sola volta senza il suo permesso, la sua supervisione, la sua presenza fisica.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I complimenti del Maestro fanno sempre un gran piacere!.. un feticista delle fotocopiatrici.. magari così, tanto per darsi un toner..

      Elimina
  8. Risposte
    1. ... una confidente reale, magari sdraiata (sulla fotocopiatrice.. ahah)

      Elimina
  9. Al di là del risvolto (molto) simpatico del post, con questo finale che ci fa scoprire l'identità dell' "interlocutrice", ascoltare è importante, ed ancor di più lo è saperlo fare. Cosa non da tutti e non per tutti, penso che ognuno di noi, dopo aver sorriso per questo tuo post, dovrebbe/potrebbe rifletterci su, male non farebbe a nessuno.
    Buona giornata ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione Maurì, e ti ringrazio per l'invito alla riflessione (mentre avoja ad aspetta' l'invito a cena..). La ricerca di ascolto, affinità e confidenza rimane prerogativa naturale umanissima, come ricordava poco sopra anche Guard. del faro.. dovremmo tenderci tutti di più.. (ma i blog anche a questo servono, a sdoganare una, anche quella naturale, ritrosia...) A presto!

      Elimina
  10. Sapere ascoltare è una vocazione. Nelle relazioni umane è il pregio che fa la differenza e suggerisce le risposte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo se è giusto una fotocopiatrice che ci ascolta, siamo messi male.. se provassimo col fax?!

      Elimina
  11. A me la Xerox dell'ufficio fa spesso passare i guai... poi mi accorgo che è semplicemente finita la carta XD

    Moz-

    RispondiElimina
  12. Ti giuro mi è successo proprio ieri in ufficio con la nuova fotocop/fax/scanner/acqua minerale/ricarica cellulare..c'ha tremila lucette come su uno shuttle che ti segnalano pure il foglio lievemente non in linea con il meridiano di Greenwich e se invece manca la carta lo devi percepire coi tuoi poteri extrasensoriali (se ce l'hai.. ahah..)

    RispondiElimina
  13. Io mi ci incazzo sempre... senza carta, oppure inceppata, con il toner da sostituire.
    Qui sono due le cose: o mi devo fare più furba io o deve essere più responsabile lei!

    RispondiElimina
  14. Nel mio ufficio è perennemente fuori uso. O quasi...

    RispondiElimina
  15. Ahaha
    Bellissima!
    Leggi e poi... arrivi a La Fotocopiatrice.
    :))

    RispondiElimina
  16. Io oramai mi ci sono abituata ai tuoi finali a sorpresa e dopo le prime righe salto al fondo per non farmi fregare (un po' come sbirciare tra le soluzioni delle parole crociate che butti l'occhio all'ultima pagina ... che tanto non se ne accorge nessuno). Così mi evito angoscia o patema. Mi fregherai quando inizierai a pubblicare post a puntate :).
    Come al solito ho terminato di leggere ridendo. Grande Franco. Ciao :). Marilena

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che te possina.. al prossimo metto la sorpresa all'inizio.. ahah

      Elimina
  17. E chi lo sa che, sotto, sotto e di nascosto, anche lei poi non sparli di noi e non spifferi le nostre confessioni al tagliacarte?
    Io non mi fido di nessuno xD
    Divertente il post :-D

    RispondiElimina
  18. Che bel post soprattutto divertente, un lettore immagina chissà chi ed invece si trova davanti ad una fotocopiatrice,
    Nel mio ufficio devo dire che funzionava sempre, c'era una ragazzina che la manteneva sempre funzionante, essì sai negli uffici statali tutto deve funzionare per il meglio ihihihih...altrimenti...
    PS meno male che sono andata in pensione, tutto stress risparmiato
    Abbraccio

    RispondiElimina
  19. ...ho sempre pensato che siamo supponenti nel reputare gli oggetti inanimati veramente tali...

    RispondiElimina

Sottolineature