sabato 12 ottobre 2013

SETTE CHIESE ...PER UN ARMADIO

Il classico pellegrinaggio romano delle sette Chiese, in teoria, sarebbe previsto solo in funzione di una nobile causa, ma stavolta, l'esasperazione ha scacciato ogni perplessità.

Simo e Mario sono una coppia affiatata, una storia d'amore giunta all'azimut della felicità dopo esperienze, per entrambi, diversamente travagliate.

Alle storie di Mario s'accompagna, comunque, un ricorrente incubo dai contorni inquietanti: ogni volta che si è trovato sul punto di cambiare armadio, o acquistarne uno nuovo, la storia d'amore del momento è naufragata inesorabilmente.





Ma fatte 'na serie de settimini!”, è l'obiezione più naturale, ma Mario no, è tenace e vuole spezzare il predominio del fato.


Ed ora, al culmine della sua nuova e definitiva felicità di coppia, con panni, lenzuola, camicie e cappotti ammonticchiati alla belle meglio,
e proprio nel preciso momento in cui Simo tira fuori la fatidica ed agghiacciante domanda:

Amore, compriamo un armadio nuovo?!”

Mario ha guardato dritto negli occhi il destino baro ed ha deciso.
Stavolta la sconfiggo questa leggenda dell'armadio “portajella”
ma voglio dalla mia tutte le forze del Bene.
E cosa meglio del classico giro delle sette Chiese?

Detto fatto.

Fissiamo una data e via all'impresa: scaricato da internet il percorso doc, ci s'imbarca con due amici fidati (Luisa e Franco, manco a dirlo...), mentori, fra l'altro, ed “artefici” dell'incontro della coppia e relativa scintilla d'amore.

Li presentarono, l’un l’altra, anni or sono creando i presupposti per l'esatta unione, 
volete che abbiano paura di un semplice armadio, proprio ora? 
Giammai!

Ore 13,00 Pronti, partenza, via!



La prima basilica è San Paolo, bianca abbacinante e densa di fede ed entusiasmo. L'esordio è in punta di piedi, foto di rito, candela di rito, scaramanzia di rito: a Simo si è rotto anche un tacco, e proprio in partenza! 
Il caso sembra giocare scherzetti malefici, 
una ragione di più per perseverare nell'impresa.
Oltretutto siamo in macchina e di sabato pomeriggio, c'è da sfidare anche il traffico romano e la manifestazione del popolo viola, viola come il porporato che agghinda le sette basiliche.

Ma Roma si dipana al tepore d'ottobre, e noi mettiamo in fila la nostra scommessa, fioretto sincero come l'aria che ci accompagna.



Svirgolando frenetici sull'Appia Antica, ricreiamo misteri ed attese, San Sebastiano sommersa tra le mura sembra, curiosa analogia, un austero armadio a muro.




Santa Croce odora di legno, palissandro inchiodato, ma sprigiona anche, più profanamente, e forse solo nell'immaginario,
aroma di guardaroba a sei ante. Ed intanto Mario con la fedele Canon sembra voler immortalare stati d'animo 
più che architetture.





San Giovanni si presenta blindata, le manifestazioni del sabato, praticamente perenni qui a Roma, consigliano prudenza, ma noi entriamo dal retro, forza ragazzi! Il destino propizia gli audaci. Ennesima preghiera, cero votivo, foto artistica tra giochi di luce e penombre scolpite.




San Lorenzo civettuola dispensa eco di antichi bombardamenti a chi cerca sollievo e conforto come noi, quieti ma determinati, sempre più fiduciosi, preghiera dopo preghiera, candela dopo candela, santa dopo santo.





E Santa Maria Maggiore, frenetica di turisti e, nel contempo, incupita di rosari sottovoce, ci accoglie grave e sontuosa, c'avviamo esausti 
ma silenziosamente estasiati.




Iniziato quasi per gioco il percorso ci si sta disegnando addosso e negli occhi.
Il fitto reticolo di vie e piazze ci appare magico trait d'union tra i palazzi seriosi, un Tevere pacioso, attraversato e riattraversato ancora, riflette le prime avvisaglie dell'imbrunire.



Ci attende ormai solo San Pietro in questo fine pomeriggio 
di caleidoscopico rosa accecante, 
come solo un tramonto capitolino riesce ad elargire.




E siamo praticamente gli ultimi ad entrare, 
vivido segno del destino benevolo.

L'orario è ormai quello invernale, 
e noi arriviamo sul filo di lana.




L'ultima basilica ci accoglie col respiro cortissimo ed una grande pace nel cuore, sereni ammiriamo quanta Chiesa in quest'ultima chiesa, storditi dal cammino, ammoniti dalle opere d'arte, fiduciosi nel voto dedicato, 
e già col pensiero 
alla prossima, decisiva, tappa:



Un mobilificio tutto per Simo e Mario a sfatare una volta per tutte la sorte nefasta ;))



2 commenti:

  1. Interessante questo blog! Coraggioso...direi! Se vuoi leggere altro di gus, Angelo e...i vari cristiani passa pure da me! Sei il benvenuto.
    Buona serata

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    1. Grazie per il "coraggioso".. io direi incosciente più che altro.. ;))

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