domenica 10 aprile 2016

RACE contro ogni pregiudizio...


Race è una corsa tra mille storie. Una corsa in dieci secondi che brucia anni di amore, odio, potere, incomprensioni, guerra, politica, sogni, passione, impotenza, volontà, coraggio.
La storia di Jesse Owens, il nero più veloce della terra, costretto a correre non solo contro il tempo, ma anche contro i pregiudizi, le pressioni, la stoltezza più profonda.


L’uomo al quale Hitler non strinse mai la mano, ma al quale non la strinse per un periodo irreale, neanche il Presidente degli Stati Uniti d’America!
Costretto a camere e spogliatoi separati in patria e fuori, ai buuu negli stadi come un Balotelli qualsiasi - solo che allora rischiavi la vita e il lusso te lo scordavi -, la doccia la facevi comunque dopo i bianchi, potevi arrivare a maledire il tuo colore se non facevi appello a grandissima forza d’animo,  anche se in pista poi, volavi davanti a tutti.


Nemo propheta in patria, si suol dire, ma Owens non lo era neanche fuori, un senza pace alla ricerca della propria identità, della propria indole, del proprio talento, probabilmente decuplicato da quel correre contro tutto e tutti


Le Olimpiadi del 1936 a Berlino erano quelle della riabilitazione sociale della Germania dopo la Prima guerra mondiale, ma covava da tempo un nuovo seme dell’odio e della pazzia più profonda.
In tanti affermano che il boicottaggio minacciato dagli USA contro le politiche razziali anti ebrei e rom che da tempo scuotevano l’opinione pubblica, avrebbe fatto sensazione e, forse, ridotto a più miti consigli la febbre espansionistica nazista dell’epoca.

E’ un senno del poi, un’ipotesi che fa pensare.. del resto ricordo ancora quanto non accettavo il boicottaggio statunitense alle Olimpiadi di Mosca del 1980, per protestare contro l’invasione dell’Afghanistan… forse servì invece, scosse l’opinione pubblica con qualcosa che riusciva a toccare la coscienza comune di tutti.


Questa di Jesse invece è una vicenda fantastica, che senza Olimpiadi non avrebbe potuto dipanarsi, calata in un palcoscenico magico e tragico al contempo, storie di odio, amore e amicizia che viaggiano in contemporanea.. come l’amicizia nata in pedana e durata nel tempo con l’ariano Luz Long, battuto da Owens nel salto in lungo, punito poi dal regime nazista per l’atteggiamento sportivo e amichevole nei confronti di Jesse, spedito al fronte dell’invasione polacca dove trovò la morte nel ’43.
Lo sport non crea solo antagonismi folli, suscita rispetto, ammirazione, complicità aldilà delle ideologie più idiote che mandano il mondo in frantumi.


E Race vuole rappresentare tutto questo… un mondo di sogni e ideali che l’odio e la guerra non hanno potuto scalfire in alcun modo. 

2 commenti:

  1. domani è tra i papabili, e spero lo vedrò, ne ho letto soltanto che bene, qui ed altrove...

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